Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’assemblea delle Nazioni Unite, per invitare i governi a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza sulle donne. Anche noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per non far passare inosservata questa giornata simbolo di una lotta che non può essere fermata o dimenticata. Che riguarda ciascuno di noi da vicino.
In Italia più del 30% delle donne ha paura di subire una violenza sessuale e quasi il 5% una violenza domenstica, più del 60% delle vittime, invece, confessa di essere vittima di violenza fisica e psicologica da anni. Dal primo gennaio 2022 al 13 novembre sono 96 le donne uccise, di cui 84 in ambito familiare affettivo. Di queste 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex (fonte Rai News).
Questi sono solo alcuni dei dati che condividiamo ora con voi, ma sono sufficiente a farci capire quanto la situazione sia critica, quanto non sia più sufficiente restare indignati di fronte all’ennesima notizia del tg, quanto non sia più possibile considerare il dramma della violenza sulle donne un problema solo di chi la subisce senza sentirci coinvolti.
Come possiamo leggere sul sito del Ministero della Salute:
“La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani. La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità. […] la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”
Pertanto, oggi 25 Novembre, giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’assemblea delle Nazioni Unite, vogliamo condividere con voi alcuni piccoli gesti, azioni, atteggiamenti che ci sollevano dall’essere meri osservatori di quanto accade ma ci rendono attivi nella lotta alla violenza.
- Diamo il buon esempio alle generazioni che verranno
Istruiamo i più giovani al rispetto dei diritti, modelliamo il modo che hanno di pensare al genere, ai ruoli degli uomini e delle donne. Condividiamo e portiamo avanti concetti come accettazione e accoglienza.
- Ascoltiamo le vittime
Quando una donna condivide la sua storia di abusi sta cominciando a cambiare le cose. Il nostro compito è metterci in ascolto attivo e farla sentire compresa. Dobbiamo sempre ricordare che la responsabilità di una violenza sessuale non deve mai essere attribuita a null’altro se non all’autore del gesto.
Non esistono, inoltre, situazioni in cui è giusto esprimere giudizi come “Perché non sei andata via”.
Dobbiamo ricordare che la violenza molto spesso è anche psicologica ed economica.
- Impariamo a riconoscere i segnali di abuso
Come abbiamo appena detto, esistono diverse forme di violenza, alcune molto subdole, con gravi conseguenze a livello fisico e psicologico. Sono campanelli d’allarme: partner che controllano in maniera asfissiante la vita della compagna; la mancanza di indipendenza economica; continui insulti gratuiti e aggressivi, accuse.
Se siamo vittime di questo comportamento o conosciamo donne vittime di tali abusi cerchiamo aiuto.
- Usiamo i social a nostro vantaggio
Grazie all’ampio raggio d’azione, con i social network possiamo sensibilizzare le persone nella nostra rete all’argomento avviando conversazioni, condividendo dati che facciano riflettere, aderendo alle iniziative sociali.
- Sosteniamo attivamente le organizzazioni che si occupano di combattere la violenza sulle donne
Non basta schierarsi dalla loro parte, è anche necessario sostenere economicamente alcune associazioni che combattono ogni giorno al fianco delle donne affinché riescano a far sentire più forte la loro voce.
- Facciamoci aiutare dalle persone giuste
Ecco a chi rivolgersi:
- in caso di aggressione fisica, violenza psicologica chiamare subito, senza temporeggiare il 112;
- 1522, il numero antiviolenza e stalking
- Pronto soccorso, gli addetti curano la vittima e la indirizzano verso un percorso d’aiuto
- Farmacie se non è possibile contattare i centri antiviolenza o pronto soccorso
- Centri antiviolenza
- Consultori
- Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale.
- Cominciamo a sentirci responsabili in prima persona
La violenza non si consuma soltanto tra le mura domestiche ma ovunque, nei luoghi pubblici, sul posto di lavoro (1 donna su 2 si dichiara vittima di una manifestazione diretta di molestia e discriminazione sul lavoro). Quando riscontriamo comportamenti violenti e discriminatori facciamoci sentire; se si supera il limite diciamolo; non deridiamo la persona vittima di questi comportamenti. Solo in questo modo creeremo ambienti più sicuri.
Sono piccoli passi, ma cominciare a farli è già un buon inizio per cambiare le cose.
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