I pericoli in casa: l’elettricità

L’uso domestico dell’elettricità

L’elettricità arriva nelle nostre case dalla Centrale Elettrica percorrendo una rete di cavi sotterranei che attraversano tutta la città.

Il collegamento dalla centrale all’appartamento e l’installazione del contatore vengono fatte dagli incaricati dell’ENEL.

Il punto di ingresso della corrente in ogni singolo appartamento è segnalato dal contatore, che ha la funzione appunto di “contare” o meglio di misurare la quantità di corrente che viene utilizzata da quell’utente.

Una volta che ha attraversato il contatore, occorre distribuire la corrente all’interno dell’appartamento per farle raggiungere i vari punti dei locali dove c’è necessità di attingere energia elettrica per l’illuminazione e per i diversi elettrodomestici.

Si tratta cioè di far viaggiare i fili elettrici all’interno di tubi di protezione che corrono dentro i muri o sotto il pavimento, fino ai punti in cui usciranno per essere collegati con lampade o prese elettriche.

Questi percorsi, che costituiscono l’impianto, vengono predisposti nel momento in cui si costruisce la casa. Successivamente possono essere modificati a seconda delle esigenze di chi li abita.

È molto importante che l’impianto iniziale ed anche le eventuali modifiche successive vengano fatte da installatori specializzati, che conoscano e osservino alla perfezione le norme emanate dal CEI (Comitato Elettrico Italiano) per la nostra sicurezza.

In Italia il D.M. n. 37 del 27 marzo 2008, che ha sostituito la legge del 5 marzo 1990, ordina che gli impianti elettrici (come quelli del gas, dell’acqua, le antenne televisive centralizzate, gli ascensori e gli impianti antincendio) siano fatti solo da installatori abilitati.

Se il proprietario di un alloggio farà installare il suo impianto da un installatore non abilitato, oltre a pagare una multa sarà responsabile di qualsiasi futuro incidente derivante dall’impianto mal fatto. Occorrerà quindi essere molto esigenti nella scelta dell’installatore, anche per una piccola riparazione, diffidando non solo dell’amico di casa che fa l’elettricista nelle ore libere, ma anche del negozietto di lampadine dell’angolo (a meno che il suo proprietario non dimostri di essere abilitato).

Perché è così indispensabile che un impianto elettrico sia fatto a regola d’arte e usato correttamente? Perché, in caso contrario, da aiuto prezioso l’energia elettrica può trasformarsi in un pericolo anche mortale.

Il folgoramento

Il pericolo più frequente è quello del folgoramento. La scarica elettrica, passando attraverso il corpo umano, produce ustioni, arresto cardiaco, danni polmonari e conseguente soffocamento. Nella maggior parte dei casi le conseguenze di queste lesioni sono mortali.

La scarica elettrica si produce in conseguenza di un contatto tra i due fili elettrici che normalmente corrono paralleli, ma isolati tra loro dalla guaina di gomma o plastica che li riveste.

Il contatto può avvenire perché il rivestimento isolante si danneggia (per calore, per abrasione, per vecchiaia, per piegatura sbagliate…). Se le nostre mani o una qualsiasi parte del corpo entrano in contatto con i due fili scoperti collegandoli, ecco che parte la scarica elettrica.

Altrettanto avviene se tocchiamo per sbaglio due fili appositamente scoperti (spellati) per essere collegati a una spina, a una lampada, a un altro apparecchio elettrico.

Il contatto può essere prodotto anche dall’acqua. Può trattarsi di uno schizzo che raggiunge una presa o l’interno di un apparecchio.  Può essere l’apparecchio stesso che cade dentro l’acqua. Può verificarsi che, in un elettrodomestico che prevede la presenza dell’acqua e che quindi è fabbricato con particolari isolazioni tra le parti, queste isolazioni si guastino. Può trattarsi infine di vapore acqueo che penetra dentro il circuito elettrico di un apparecchio bagnando i fili.

Ricordate che: SEMPRE ACQUA + ELETTRICITÀ producono folgorazione.

Per questo motivo è consigliabile che nelle stanze del bagno le lampade siano a tenuta stagna. È importante che le prese di corrente siano il più lontano possibile dai rubinetti, che armadietti con luci ed eventuali stufette siano del tipo a doppio isolamento prodotti appositamente per le stanze da bagno.

Il surriscaldamento dei fili

Un secondo pericolo è quello che può derivare dal surriscaldamento dei fili.

Maggiore è la quantità di energia elettrica che passa all’interno di un filo, maggiore deve essere il diametro del filo stesso. Se il filo elettrico è collegato a uno o più apparecchi che consumano più corrente di quanto il suo diametro ne consenta, finirà per surriscaldarsi. La conseguenza potrà essere la fusione dell’involucro protettivo dei fili che provocherà un contatto, un corto circuito, oppure un vero e proprio incendio.

Un impianto elettrico ben fatto deve non solo funzionare bene in condizioni normali, ma anche prevedere la possibilità di incidenti o di un uso sbagliato degli apparecchi collegati con la rete elettrica, e limitarne al minimo le conseguenze dannose.

La messa a terra

Perché questo avvenga è necessario che l’impianto sia fornito dalla “messa a terra”.

Si tratta di un terzo filo che scarica sul terreno all’esterno dell’edificio la eventuale dispersione di energia elettrica, riducendo così il rischio di folgorazioni.

La “messa a terra” prevede tre buchi e non due nelle prese, e tre spinotti nelle spine. È importantissima soprattutto per quegli elettrodomestici che utilizzano insieme energia elettrica ed acqua (lavabiancheria, caffettiere elettriche, ferri a vapore, ecc.) nell’eventualità che l’isolamento predisposto dal costruttore dell’apparecchio subisca qualche guasto imprevedibile. In questo caso la folgorazione, quella che nel linguaggio comune viene chiamata “la scossa”, invece di scaricarsi attraversando il corpo della persona che sta toccando l’apparecchio si scaricherà attraverso il filo di “messa a terra”.