Con l’arrivo della stagione fredda diventa necessario rimettere in funzione i sistemi di riscaldamento domestici. A volte viene sottovalutata l’esigenza di un’accurata e puntuale manutenzione, che invece può essere il salvavita per alcuni pericolosi rischi legati all’uso di impianti e dispositivi di calore inadeguati.
In questo articolo vi parleremo del principale prodotto inquinante causato da un’ inefficace combustione: il monossido di carbonio (CO), gas tossico inodore e incolore, tristemente noto per la sua letalità.
Vi spiegheremo come avviene la sua formazione, quali sono i pericoli per la salute e come scongiurare ogni possibile contaminazione.
Cause ed effetti tossicologici sull’organismo
All’interno di ambienti chiusi il monossido di carbonio può essere generato principalmente dal fumo di tabacco e da eventuali malfunzionamenti nei sistemi di riscaldamento domestico (radiatori portatili a kerosene e a gas, caldaie, scaldabagni, caminetti e stufe a legna).
Quando siamo in presenza di inadeguata ventilazione, può accadere che la concentrazione interna di CO, altamente tossico, raggiunga livelli nocivi per l’organismo.
Nel caso di basse concentrazioni la vittima può accusare mal di testa, problemi digestivi o vomito ma con il protrarsi del tempo congiuntamente ad un aumento del livello di esposizione, l’intossicazione è capace di provocare danni neurologici e cardiocircolatori irreversibili, coma e morte.
Una volta inalato, il monossido di carbonio si lega all’emoglobina, una proteina fondamentale per il trasporto dell’ossigeno, formando così la carbossiemoglobina (COHb). Il legame che si crea tra questi due composti è molto più stabile di quello che lega l’emoglobina all’ossigeno, impedendone così il normale trasporto ai tessuti periferici.
Gli effetti tossicologici possono essere di diversa entità, variando a seconda della salute degli individui: risultano particolarmente a rischio bambini, donne in gravidanza, anziani e in generale coloro che sono affetti da patologie cardiovascolari e respiratorie.
Una crisi anginosa (sensazione dolorosa al petto) è uno degli effetti più comuni a basse concentrazioni, che aumentando possono causare cefalea, confusione, disorientamento, capogiri, visione alterata e nausea fino ai casi più gravi di coma e morte per asfissia.
Circa l’80% dei casi di avvelenamento da CO rilevati dai Pronto Soccorso si verifica tra le mura domestiche: in Italia le statistiche ufficiali più recenti riportano 500-600 morti l’anno (di cui buona parte per intossicazione volontaria), ma tali cifre probabilmente sottostimano la vera entità del fenomeno poiché molti casi di intossicazione, soprattutto quelli accidentali o i casi non mortali, non vengono correttamente diagnosticati.
Non sono del tutto chiari inoltre gli effetti a lungo termine ma alcuni soggetti esposti per lunghi periodi ad alte concentrazioni di monossido di carbonio presentano astenia, cefalea, vertigini, nevriti, Parkinson ed epilessia, aritmie e crisi anginose croniche.
L’importanza di una costante manutenzione
Con l’inverno in arrivo è bene ricordarsi l’importanza della prevenzione per scongiurare ogni possibile incidente legato all’esposizione involontaria a questo composto chimico letale.
Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento non va mai trascurata la regolarità nella manutenzione, che sarebbe opportuno delegare sempre al personale specializzato.
La pulizia delle canne fumarie e dei sistemi di scarico in generale dev’essere effettuata e controllata periodicamente e non va mai sottovalutata.
Progettazione, montaggio, manutenzione e collaudo dei sistemi di combustione sono regolati da prescrizioni legislative e in particolare dal Decreto del 22 Gennaio 2008, n. 37, che fornisce precise disposizioni in materia di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
I CO Detector: preziosi alleati
Negli ultimi anni si evidenzia un sempre più frequente utilizzo dei gas detector: piccoli apparati che svolgono la funzione di rilevatori della presenza di CO all’interno di un ambiente circoscritto.
Il fatto che tra le intossicazioni per inalazione quella da monossido di carbonio risulta essere la più frequente e con il più alto tasso di mortalità spiega la loro diffusione e la ragione per la quale negli ultimi anni sono diventati sempre più comuni nelle nostre case.
Il rilevatore di monossido di carbonio ha un sensore che a contatto con la molecola di CO si attiva ed emette un allarme acustico (associato a volte ad uno luminoso) che allerta immediatamente della presenza del gas: il display ne mostra la concentrazione nell’aria e la durata della batteria.
Essendo automatico elimina la possibilità di errore per spegnimento accidentale e segnala acusticamente il pericolo con una latenza di pochissimi secondi.
Nonostante l’efficacia testata di questi sistemi è necessario ricordare che, per quanto preziosi, non devono essere considerati come un’alternativa ad una adeguata e regolare manutenzione degli impianti. Il controllo sistematico di questi unito ad un buon sistema di ventilazione non solo migliora la qualità dell’aria che si respira in casa ma senza esagerazioni può salvare la vita.