Il triangolo del fuoco
Il fuoco ormai non fa più parte della nostra esistenza; l’uomo comune non è più abituato alla vista della fiamma libera, tanto meno delle sue potenzialità distruttive, ma piuttosto a modalità di combustione ben controllate e innocue. Tuttavia l’evenienza dell’incendio in edifici residenziali non è scomparsa con lo scomparire delle lampade ad olio, delle candele e delle stufe a legna.
Si usa introdurre la problematica dell’incendio con la metafora del “triangolo del fuoco” che descrive tale evento come combinazione di tre condizioni necessarie e sufficienti per l’innesco della combustione: la presenza del comburente(l’ossigeno), di combustibile e la “causa di innesco”, una fonte di energia in grado di realizzare le condizioni fisiche necessarie all’innesco locale di quella reazione chimica che prende il nome di combustione.
Se vogliamo spiegare perché il rischio incendio non è svanito possiamo dunque fare qualche riflessione sugli ultimi due ingredienti dei tre che la “ricetta” di cui sopra individua come essenziali.
In primo luogo alla scomparsa delle fiamme libere nell’abitazione non ha corrisposto la riduzione delle cause di innesco. Si pensi solo all’impianto di distribuzione dell’energia elettrica, a tutti gli apparecchi utilizzatori che popolano le nostre case, gli elettrodomestici, agli impianti di riscaldamento.
Quanto al combustibile, bisogna ammettere che l’italiano gode da sempre di una condizione di privilegio rispetto agli abitanti di molti altri paesi, Stati Uniti e Canada per esempio, perché, per ragioni che non vanno qui affrontate, da secoli abita mura solide, avendo preferito al legno la pietra e il mattone. Se queste abitudini costruttive ci hanno sempre posti tra gli ultimi paesi quanto a indice di mortalità per incendi in abitazioni, si può comprendere come le cose non siano certo cambiate in meglio rispetto al passato. Nulla è cambiato relativamente agli arredi, per esempio: si continua in gran parte a produrli in legno o derivati e quindi ad elevato potere calorifico. Al legno, poi, si deve aggiungere una sempre maggiore diffusione dei materiali di origine sintetica, a potere calorifico inferiore ma caratterizzati da una temperatura di accensione molto bassa e spesso da modalità di combustione estremamente rapide.
I dati sugli incendi
Stando ai dati recuperati dai Vigili del Fuoco alla fine del 2018, riferenti i dati sugli interventi svolti dai vari servizi di soccorso, le chiamate che avevano come fine lo spegnimento di incendi in edifici di civile abitazione rappresentavano oltre il 16% del totale degli interventi (quasi trecentomila all’anno su tutto il territorio nazionale) e il 19% circa dei danni causati dal fuoco a beni mobili e immobili.
È necessario dire che quando si tenta di classificare i meccanismi di produzione di un evento accidentale, ci si trova sempre di fronte a delle difficoltà. In primis la complessità della sequenza degli eventi che determinano un infortunio spesso non permette l’individuazione di una sola causa ma piuttosto rende necessario il rilievo di una serie di concause, trascurate le quali non si potrebbe rendere adeguatamente conto degli accadimenti. Per quanto riguarda gli incendi in particolare, si noti anche che l’analisi a posteriori dell’accaduto non sempre permette di risalire univocamente alla causa di innesco. Questo vale ancora di più per un ambiente tanto eterogeneo quale quello domestico.
Oltre a ciò, l’estrema varietà sia degli oggetti contenuti sia delle attività svolte all’interno delle mura domestiche non sempre rende possibile una classificazione significativa per materiale incendiato, in assenza di testimoni o superstiti. Esclusi casi lampanti in cui è la presenza di “veicoli” o di quantità considerevoli di materiale infiammabile a definire l’innesco e determinare il propagarsi dell’incendio, il più delle volte i rilievi statistici non offrono analisi approfondite e si limitano a indicare genericamente l’inevitabile coinvolgimento di sempre presenti combustibili solidi.
Per andare oltre i limiti che una statistica così limitata ci impone e comprendere la molteplicità di cause ed effetti che stanno dietro ad un incendio, condizione necessaria per poter attuare qualsiasi strategia di prevenzione consapevole, è possibile tentare una schematizzazione degli eventi, se non altro sulla base dell’esperienza. Si deve comprendere che tali statistiche, realizzate dai ministeri competenti sulla base dei dati forniti da tutte le unità operative dei Vigili del Fuoco, non vengono svolte con il fine di definire o verificare strategie di prevenzione dei fenomeni in studio, ma piuttosto di controllare l’adeguata distribuzione di risorse necessarie agli interventi di emergenza.
Volendo descrivere gli incendi a partire dalle cause si può cominciare prendendo in esame le fenomenologie di innesco più evidenti: l’energia elettrica e le fiamme libere.
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