Carrelli elevatori

L’allarme silenzioso: la strage invisibile dei carrelli elevatori

In Italia, il 2025 sta confermando un trend inquietante: gli incidenti con i carrelli elevatori rappresentano una delle minacce più gravi, e spesso sottovalutate, per la sicurezza sul lavoro. Sebbene costituiscano solo l’1% del totale degli infortuni, questi incidenti sono responsabili del 10-11% delle lesioni gravi, dimostrando un rischio almeno dieci volte superiore alla media.

Questo fenomeno, che alcuni esperti definiscono “strage invisibile”, merita un’attenzione particolare.

Perché i carrelli elevatori sono così pericolosi?

Spesso chiamati semplicemente “muletti”, questi mezzi sono indispensabili per logistica, industria, agricoltura ed edilizia. La loro pericolosità, tuttavia, deriva da una combinazione di fattori intrinseci che li rendono estremamente difficili da gestire in caso di imprevisto:

  • Peso e Inerzia: un muletto può pesare fino a 4.000 kg, l’equivalente di tre automobili compatte. L’energia cinetica generata da un mezzo di questo tipo in movimento è enorme, tanto che un incidente a bassa velocità può avere conseguenze fatali.
  • Visibilità limitata: la vista dell’operatore è spesso ostacolata da carichi ingombranti, creando “angoli morti” che possono nascondere persone o ostacoli.
  • Stabilità e manovrabilità: a differenza dei veicoli tradizionali, i carrelli elevatori sterzano sulle ruote posteriori, rendendo le manovre più instabili. Inoltre, il loro baricentro variabile li rende molto sensibili a sovraccarichi o a terreni irregolari.
  • Velocità: possono raggiungere i 30 km/h, ma l’assenza di freni sulle ruote posteriori riduce la loro capacità di frenata, aumentando il rischio di collisioni.

Le storie dietro i numeri: una cronaca allarmante

I dati INAIL e le notizie di cronaca confermano la gravità del problema. Solo nel periodo maggio-luglio 2025, si sono verificati almeno quattro incidenti mortali legati all’uso di carrelli elevatori in Italia. Le vittime, spesso schiacciate dal mezzo o dalle sue forche, avevano un’età media di circa 51,7 anni, in linea con le statistiche che indicano come i lavoratori over 50 siano i più esposti a questo tipo di rischio.

I fattori di rischio: perché gli incidenti si ripetono?

L’analisi di questi incidenti mostra che le modalità si ripetono con una preoccupante regolarità. Le cause principali sono:

  • Errori umani: l’eccessiva fiducia derivante dall’esperienza, la disattenzione e la mancanza di una formazione adeguata sono i fattori scatenanti.
  • Formazione carente: i corsi per operatori di muletti sono spesso considerati un mero adempimento burocratico. In molte piccole imprese, si trovano operatori non qualificati che manovrano mezzi pericolosi senza alcuna certificazione.
  • Ambienti di lavoro non sicuri: percorsi non separati tra pedoni e veicoli, scarsa segnaletica, aree caotiche e manutenzione insufficiente aumentano il rischio di incidenti.

È il momento di agire: prevenzione e soluzioni

Affrontare questa emergenza richiede un approccio strutturale e non episodico. La soluzione sta in una combinazione di misure preventive e un cambiamento culturale nelle aziende:

  • Formazione obbligatoria e continua: corsi seri, aggiornati ogni 5 anni, con verifiche pratiche approfondite.
  • Controlli tecnici: ispezioni mensili obbligatorie su tutti i carrelli elevatori per garantirne il corretto funzionamento.
  • Organizzazione del lavoro: piani di sicurezza chiari e l’assoluto divieto di percorsi promiscui tra pedoni e carrelli.
  • Innovazione e tecnologia: l’adozione di sensori di prossimità e dispositivi anticollisione può prevenire molti incidenti.

La sicurezza non è un costo, ma un investimento nella vita delle persone. È fondamentale che aziende e istituzioni lavorino insieme per trasformare la cultura della prevenzione e porre fine a questa “strage invisibile”.

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